Lorella Morlotti - Creative

L’idea delle borse nasce da una domanda: cos’è irrinunciabile per noi donne? Di tutti i capi di abbigliamento possiamo fare a meno, ma della borsa no. Anche in spiaggia, anche quando siamo nude, la borsa è sempre con noi.

Noi donne nella borsa ci mettiamo veramente tutto: agenda, portafoglio, i trucchi, le cose dei figli, le caramelle, gli scontrini, le ricette del dottore, i foglietti staccati dal diario… Andiamo in giro con tutta la nostra vita dentro una borsa. La borsa per noi donne è un mondo dentro il mondo, è un modo di vivere e di rappresentarci.

Ho scelto di realizzare le borse a partire dal tessuto. Sono innamorata dei filati: sono cresciuta nei laboratori di mia madre che realizzava maglieria. Io guardavo questi fili che scendevano dalle macchine, diventavano di vari colori, e poi prendevano la forma che lei aveva disegnato. Quest’immagine si è fissata nella mia mente senza che me ne accorgessi. Era un linguaggio, un modo di essere che ho sempre avuto in me senza saperlo. Riconoscerlo coincide con la storia della mia vita. Mi sono misurata in tante arti: sono stata attrice in vari film d’autore, poi sono passata dietro la macchina da presa e ho firmato alcune regie, poi come in uno zoom all’indietro, ho cercato nel cinema il colore, la forma e ho trovato la pittura, e poi ancora indietro, e indietro, dalla pittura, la materia: la tela e i colori, come oggetti, come cose che contengono il mondo.

Quando incontro le aziende che ancora lavorano con impegno sul territorio, consapevoli della storia e della tradizione da cui provengono – come La Tessitura Calabrese – quando vedo i telai lavorare, quando vedo passare sul telaio quei disegni straordinari, io mi commuovo perché è come se ci vedessi scorrere dentro la nostra storia italiana, la storia della mia città, Bergamo, e la storia della mia famiglia.

Quando disegno le mie borse, sento che convergono lì tutte le strade che ho percorso nella vita.

Sono una saldatura fra passato e futuro con cui desidero comunicare passione, qualità, sostenibilità e tutta la tradizione del made in Italy. Amo riciclare, non solo materiali, ma anche idee del passato: ho fatto borse con l’anaconda presa da valigie degli anni 70, utilizzo spesso pelli usate oppure ecologiche quanto più possibile. Questo significa produrre “capsule” in produzione limitata, che oggi vuol dire NON inquinare. Ricerco qualità e design per renderle riconoscibili e fatte per durare nel tempo. Vengono dal passato ma guardano al futuro!

DUEDIUNO significa relazione. Un modo di sentire il legame tra noi: ogni volta che una donna sceglie una borsa per esprimere sé stessa, racconta anche di me. Siamo in un dialogo costante anche attraverso le cose che indossiamo. Non semplici accessori, ma elementi in comunicazione.